Big little Italy

Gli italiani all’estero non sono una categoria di pensiero inventata da Mirko Tremaglia.

Devo dire che fa un certo piacere rispondere “Italia” alla domanda “da dove vieni?” e sentirsi dire “cool”, “wonderfull”.

La gente ama il nostro cibo, la nostra cultura, il design, la moda, la nostra storia. Ma non ama il nostro presente.

Ci sono pezzi d’Italia ovunque a New York. L’unico scooter che gira per strada e’ la Vespa; la Fifth Avenue, la via dello Shopping, e’ piena di firme italiane e francesi, che primeggiano su tutte.

I ristoranti italiani sono ovunque. Ma l’Italia non e’ solo questo. L’Italia e’ anche nella finanza americana e in molte aziende importanti.

A Little italy, la seconda generazione di ristoratori italiani ha passato la mano. Molti ristoranti hanno conservato solo il nome italiano. Little Italy e’ essenziamente Mellburry street. Ed e’ molto pittoresca. I lampioni sono dipinti tricolore, qui si festeggia San Gennaro con tanto di processione e illuminazioni.La colonna sonora e’ fatta da canzoni napoletane e di Toto Cotugno. Chi e’ arrivato qui dall’Italia, non viene certo da Casal Pusterlengo o da Biella. 

Se ci si va di mattina e’ facile incontrare qualche vecchietto che ti racconta tutta la sua storia. Come nei bar italiani. 

Chiunque discuta dell’Italia, come dicevo, non ha un’ottima idea del suo presente. La terza associazione dopo il cibo e i vestiti e’ la mafia.

Siamo visti come un Paese fermo, che non va avanti, pieno di icone del passato. Anche se ricco di gente fresca, capace e intraprendente.

La nostra eterna contraddizione.

 

3 commenti

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3 risposte a “Big little Italy

  1. Capo

    siamo visti come un Paese fermo, che non va avanti, pieno di icone del passato. Anche se ricco di gente fresca, capace e intraprendente. La nostra eterna contraddizione.
    Questa è l’Italia, bellezza

  2. e dell’Inter non dicono nulla?? Strano…

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